Non ci si aspetti di trovare in Mezzano monumenti importanti. Ma piccoli scorci
che, messi insieme, fanno qualcosa di grande. Una sequenza quasi ininterrotta di
vecchi edifici in pietra e legno, rurali e residenziali invita il visitatore a passeggiare
per stradine anguste a misura dei vecchi mezzi agricoli o per slarghi irregolari con
le antiche fontane di pietra. Si ammirano gli improvvisi orti fioriti e tutti quei segni – finti bugnati, fregi, fasce marcapiani, affreschi di una religiosità ingenua ma
intensa – che fanno di Mezzano un esempio di rusticità non ancora sfiorita. Qui
ci sono ancora, tra le abitazioni, stalle e fienili, affreschi, rivi, condotte d’acqua,
capitelli, croci, Madonne agli angoli e sui muri delle case, e circa quattrocento orti
sottratti al cemento.
In equilibrio tra l’acqua e i prati, quasi integro nella sua identità, Mezzano ha tematizzato i suoi pregi sintetizzandoli in cinque percorsi: le acque, gli orti, le iscrizioni, i dipinti murali dei “frescanti” e le architetture. Cui si aggiunge il recente
percorso permanente di “Cataste&Canzei”, installazioni artistiche a reinterpretare
l’antico rito dell’accatastamento della legna. Sono i “Segni sparsi del rurale”.
Questo ed altro ha consentito a Mezzano di entrare nel marzo 2010 nel prestigioso club de “I borghi più belli d’Italia”
Gruppo folk di Mezzano il più antico del trentino